NADA FIORENZO Barbaresco Montaribaldi 2020
La cantina NADA FIORENZO
Quattro generazioni di vignaioli
Carlo , lāinsediamento e la produzione di vino venduto sfuso
Intraprendente contadino di Langa, proveniente da una famiglia povera che lavorava la terra in mezzadria, acquistaĀ nel 1921Ā la cascinaĀ Rombone in Treiso, sottozona di Barbaresco e da subito inizia a produrre vino che vende sfuso ad alcuni ristoratori della zona.
Fiorenzo, la vendita dellāuva
Penultimo dei sette figli di Carlo, eredita dal padre un piccolo fazzoletto di terra allāinizio degliĀ anni ā60, quando la proprietĆ viene divisa fra i quattro figli maschi. Le risorse erano però diventate poche, Fiorenzo decide quindi di non continuare lāattivitĆ di cantina del padre e di vendere le sue uve, allāepoca molto richieste dai commercianti locali.
Bruno, lāabbandono, il ritorno alla vigna e il primo imbottigliamento
Negli anni del boom economico, come quasi tutti i giovani del posto, allettato dalla promessa di una vita menoĀ grama, lascia Treiso e si sposta in cittĆ a metĆ degli anni ā60.
Dopo gli studi, inizia lāattivitĆ di insegnante in una scuola di Alba e successivamente presso lāIstituto Alberghiero di Barolo, dove introduce lāenogastronomia come materia di studio per i futuri operatori della ristorazione.
Il suo legame con Treiso e la sua terra però non si spezza; intanto la vecchia generazione di contadini, che aveva plasmato queste colline comincia lentamente a tramontare senza che nessuno sia in grado di raccoglierne lāereditĆ .
La svolta avviene quando Bruno propone alla sua famiglia di non vendere più lāuva, sempre poco pagata, ma di attrezzare una cantina per vinificare e imbottigliare il vino, prodotto però conĀ meno grappoli per ceppoĀ per favorirne la maturazione. Unāidea semplice, che oggi può sembrare banale, ma allāepoca rivoluzionaria da queste parti.
Pruvuma (proviamo)Ā fu lāunica parola detta da papĆ Fiorenzo. Era lāannoĀ 1982, nasceva cosƬ la prima bottiglia prodotta dallāazienda agricola Nada Fiorenzo.
Danilo, la quarta generazione; vignaioli si nasce e tali si resta
Lāinizio del nuovo millennio sono gli anni della completa riscoperta del lavoro agricolo da parte dei giovani. Arriva in vigna una nuova generazione: motivata, āche parla ingleseā, rispettosa delle tradizioni e sensibile verso le tematiche ambientali. CosƬ fa anche Danilo, figlio di Bruno, che dopo lāuniversitĆ sceglie i vigneti.
Ed ecco la svolta di questa storia che, iniziata quasi un secolo fa, si proietta verso il futuro. Il domani, che Danilo ha cominciato a scrivere oggi; facendo tesoro del patrimonio dei saperi che āi suoi padriā gli hanno trasmesso, e supportato dalla generositĆ di questo suolo vecchio di milioni di anni che si chiamaĀ Terra di Langa.
La cantina
La cantina si trova in Rombone; qui i grappoli, esclusivamente di proprietĆ e frutto di tanti mesi di cura in vigneto, arrivano dopo essere stati raccolti a mano in cassette e iniziano un lungo cammino.
Alla pigiatura soffice, fanno seguito la macerazione e la fermentazione primaria con la compresenza delle bucce e dei vinaccioli; ĆØ questa la trasformazione degli zuccheri in alcool che avviene in tini, a temperatura controllata, con metodi tradizionali fatti di rimontaggi e follature.
Fermentazione
Poi la fermentazione secondaria, ovvero la trasformazione del duro acido malico nel più morbido acido lattico che avviene ancora nei tini.
Ne segue lāaffinamento nelle botti, dove il nuovo vino smusserĆ le sue asperitĆ . Un periodo breve per i vini più freschi; oppure molto lungo, fino a due anni, per i Barbareschi.
Al termine lāimbottigliamento e ancora una sosta di alcuni mesi nel sotterraneo della cantina, dove il vino sarĆ alla ricerca della sua armonia.
Ed ecco cosƬ giunto il momento della presentazione delle nuove annate per cui le bottiglie, dopo lāetichettatura, vengono consegnate alle carte dei vini locali oppure partono per lidi lontani.
Barbaresco Montaribaldi
Proviene da un erto vigneto di Nebbiolo della storica Cascina Quinto, cuore di Montaribaldi; viti molto vecchie ancorate ad un fazzoletto di terra eroso dal tempo. Barbaresco molto ricco, dal colore granato carico, con profumo vinoso e gusto complesso e morbido.
Vino già armonico in gioventù e capace di evolvere per molti anni in cantina.
Come per gli altri Barbareschi, ĆØ consigliata unāadeguata ossigenazione prima di berlo con: pasta con sughi di carne, arrosti, brasati, formaggi a pasta dura, formaggi stagionati. In Langa: āConiglio al civetā.
Contiene solfiti

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