LORENZO ACCOMASSO Annunziata Barolo 2014

LORENZO ACCOMASSO Annunziata Barolo 2014

LORENZO ACCOMASSO Annunziata Barolo 2014

CAV. LORENZO ACCOMASSO 

Il Cavalier Lorenzo Accomasso è l’anima del vino, pacata e indissolubile.

Già nei primi anni Settanta del Novecento potava corto le viti e buttava giù i primi grappoli ancora verdi nei pomeriggi afosi d’agosto, di nascosto perchè la madre non vedesse. Ella aveva  infatti lavorato sodo su queste colline affinchè i tralci fossero carichi di grappoli.

Oggi produce baroli antichi, ma con l’anima giovane e rampante e con un fiato lungo ed inteso che emerge lentamente.

La sua prima pubblica uscita avvenne nel settembre del 1966 durante i festeggiamenti del paese: nella mostra del vino compariva la sua prima etichetta del Barolo 1958, anno della prima vinificazione.

La cantina è situata nella curva della provinciale che porta a La Morra.

Questo è un vino che proviene da lunghe macerazioni di quaranta e più giorni, come il padre Giovanni gli aveva insegnato, che matura più lentamente ed è pronto a sfidare gli anni.

L’Azienda di Lorenzo Accomasso non è grande, poco più di tre ettari a vigneto a breve raggio attorno alla casa di abitazione e della cantina. La conduzione è familiare: c’è Lorenzo e c’era Elena, la sorella addetta alle vendite, che già negli anni ’70 accoglieva i turisti: la prima donna del vino di La Morra, scomparsa nel 2016.

Il Barolo cui gli Accomasso hanno da sempre creduto proviene dalle Rocchette. Questo è un piccolo appezzamento in mezzo alle Rocche dell’Annunziata.

Il Cavalier Lorenzo è una figura di spicco a La Morra; dopo esserne stato l’amministratore della rinascita, è stato per più di vent’anni presidente della Cantina Comunale. Oggi ne è il presidente onorario.

In tutto diecimila bottiglie circa che in condizioni normali escono un anno dopo, altre volte manco escono.

BAROLO ANNUNZIANTA

Il vigneto è quello di Rocche dell’Annunziata; 300 metri sul livello del mare, a La Morra. Vi si coltivano tre ettari a nebbiolo, e poi dolcetto e barbera; la vinificazione è per così dire tradizionale, lunghe macerazioni, legno grande.

Questo vino vuole ricordare il sessantennale, appassionato e convinto lavoro nelle vigne del suo paese. Un Barolo “clagheuriot”, così lo definisce Lorenzo, traducendo la tipica definizione piementese di blagheur, riferito a chi si fa notare si mette in mostra, in senso simpatico.

Note organolettiche

Frangranza dei profumi fruttati e floreali, le delicate sfumature di spezie balsamiche e dei fiori. Generoso al palato, gran freschezza e incredibile beva. Persistente con netti ricordi balsamici.

Contiene solfiti