Domaine de la Romanée-Conti

Quando si parla di Romanée Conti ci si addentra nel gotha del vino mondiale.
Ci troviamo nel cuore pulsante di quella Borgogna che tanto fa sognare gli intenditori dei grandi rossi.

Georges Clement oggi

Oggi i filari si estendono per ben 25 ettari di terreno. In vigna, dal 2008, si procede solamente con metodi biodinamici, con rese per ettaro bassissime, che non superano mai i 18 ettolitri. I vini vengono prodotti sotto lo sguardo severo e attento dell’enologo Bernard Noblet, figlio d’arte di André, enologo anche lui a Romanée Conti.
Oggi la sede di DRC – questo è l’acronimo utilizzato da tutti gli amanti di Romanée Conti – si trova poco distante dalla chiesa del comune di Vosne-Romanée.

Sono infatti i vini a parlare, raccontando un’eleganza innata, frutto di secoli in cui tradizione e innovazione si uniscono, per regalare sorsi indimenticabili. La Tâche, Corton, Échézeaux, e Richebourg sono solo alcuni dei Grand Cru che, a ogni vendemmia, colpiscono il cuore di appassionati e critici di tutto il mondo.

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Domaine De La Romanée

Quando si parla di Romanée Conti ci si addentra nel gotha del vino mondiale.

Ci troviamo nel cuore pulsante di quella Borgogna che tanto fa sognare gli intenditori dei grandi rossi, per raccontare la storia di una cantina dai tratti più che mitici. Tutto ebbe inizio nel lontano 1451, quando i monaci del convento di St. Vivant decisero di cedere alla famiglia Croonembourg un piccolo pezzo di vigna, corrispondente all’odierno Cros de Clou, uno dei crus più preziosi dell’attuale patrimonio della cantina!
Diverse proprietà si alternarono poi alla guida della cantina nei secoli successivi, giungendo al 1760 con i Principi di Conti, che, rilevando la proprietà, decisero di cambiarne il nome in La Romanée. Dal diciottesimo secolo, dapprima sotto i Duvault Blochet e poi sotto i suoi successori, i Leroy/Roch e i de Villaine, le acquisizioni di vigne si sono moltiplicate, andando a integrare nel patrimonio aziendale tutti i grand crus più importanti, alcuni dei quali – nello specifico “La Romanée Conti” e la “Tache” – in assoluto “monopole”.