CERETTO
Alla ricerca dei cru, una geniale intuizione
Selezionare le vigne nelle posizioni storicamente più valide era l’obiettivo dei due fratelli Bruno e Marcello Ceretto. Questa idea, derivata da un viaggio in Borgogna, avrebbe dato ragione alla famiglia e reso i vini Barolo e Barbaresco tra i più apprezzati al mondo.
Una rivoluzione, all’epoca, per un territorio in cui il concetto di cru era totalmente sconosciuto, ma, soprattutto, una geniale intuizione. Una vera lotta, la loro, intrapresa col padre Riccardo, che le uve le comprava per poi vinificarle. “Incominciate un percorso difficile, la terra non ha mai creato ricchezze a nessuno” sosteneva Riccardo, ma i testardi Bruno e Marcello non avevano dubbi “siamo per la terra al cento per cento, la cantina certo un poco conta, comunque i grandi vini si fanno con l’uva”.
Nel 1986 The Wine Spectator, forse la più influente rivista americana nel mondo del vino, mette in copertina i due fratelli langaroli chiamandoli Barolo Brothers.
Recentemente l’azienda ha preso una decisione molto importante: quella di abbandonare ogni prodotto chimico, per ottenere un vino il più naturale possibile.
-La filosofia-
“Più che un lavoro il nostro è un divertimento. Una certezza è il metodo impostato di mio padre: far vivere ai clienti la nostra cultura e conoscere la bellezza del nostro territorio, le Langhe”.
Federico Ceretto
BAROLO DOCG
E’ sull’onda di questo impeto tradizionale, dunque, che abbiamo deciso di far coesistere nello stesso bicchiere le due facce della denominazione: quella gentile, propria del versante occidentale della regione, e quella più austera, tipica delle terre che guardano oriente. La scelta di voler tratteggiare in un vino i lineamenti di un intero territorio ci dona un liquido sfaccettato, ricco e virile, capace di esibire il proprio carattere in gioventù e sfidare l’evoluzione con il giusto slancio.
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