Tenuta dell'Ornellaia

Una cantina mitica alla quale va il merito di aver scritto la storia di Bolgheri. Con quasi cento ettari vitati, ai quali se ne aggiungono altri tredici in affitto, alla Tenuta Ornellaia ci si focalizza da sempre su un solo e unico obiettivo: la qualità.

La cantina e i vigneti

La cantina è la continuazione del vigneto. Anche qui ogni vigneto è trattato individualmente, vinificato separatamente, con l’obiettivo di esprimere il carattere specifico della sua parcella. Ancora una volta il palato è il nostro strumento principale; la degustazione quotidiana dei vini in fermentazione ci permette di definire in modo adeguato il tempo di estrazione e macerazione per ciascuno dei 70-80 vini base. Questi maturano separatamente in piccole botti di rovere francese, prima di essere selezionati e miscelati per ottenere un sottile equilibrio tra il carattere specifico dell’annata e la sensuale eleganza di Ornellaia.
Il progetto Vendemmia d’Artista celebra il carattere esclusivo di ogni nuova annata di Ornellaia.

Ogni anno a partire dall’uscita di Ornellaia 2006, avvenuta a maggio 2009, un artista contemporaneo firma un’opera d’arte e una serie di etichette in edizione limitata, traendo ispirazione da una parola scelta dall’enologo che descrive il carattere della nuova annata.

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La storia della Tenuta dell’Ornellaia

Fu nel 1981 che il marchese Lodovico Antinori, cugino di Piero Antinori, fondò la Tenuta Ornellaia, nel cuore dell’areale di Bolgheri, a pochi chilometri dalla costa mediterranea.
Con la prima vendemmia del 1985 nacque così quello che diventerà un’icona tra i SuperTuscan: l’“Ornellaia”, messo in commercio tre anni dopo, nel 1988. Con l’inaugurazione dell’azienda, l’enologo di fama mondiale, Michel Rolland, inizia a occuparsi della parte tecnica di cantina. Negli anni ‘90 nascono le etichette “Le Volte” e “Le Serre Nuove”.

Agli inizi del 2000, Robert Mondavi, il grande produttore californiano, acquisisce la Tenuta, cedendone poi il 50% alla Marchesi de’ Frescobaldi, che acquisterà l’altro 50% solo tre anni più tardi. La fine degli anni 2000 vede anche la nascita dell’etichetta “Poggio alle Gazze”, che sarà seguito da “Ornus”.