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Le chiamano Good Vibes

Scritto da Valentina Rabellino il 23 Febbraio 2017

luce della vite good vibes

Good Vibes le chiamano, sono le vibrazioni buone, quelle sensazioni piacevoli, le energie positive.

Quei suoni esistono e si possono percepire in un piatto, in un dipinto, in un vino che nel mio caso si chiama Luce.

Sarà stato il sole raggiante con le sue 12 fiamme che spicca sulla bottiglia dei vini Luce della Vite o quello ricreato da Luca Zecchin, chef del Ristorante da Guido di Costigliole, nel  piatto del piccione con la salsa allo zafferano e limone ad illuminarmi. O sarà che dopo due o tre bicchieri di blend supertuscans il legame con la realtà si allenta e ci si concentra su di sé, sulla nostre percezioni più sincere; merito dell’empatia conviviale creatasi l’altra sera in occasione della presentazione di  Lucente Luce della Vite 2014 e di una verticale di Luce 2001-2006-2013 a cui sono stata invitata dall’amico Omar, agente di commercio di Vincontro.

Il Brunello mi affascina anche perché il suo assaggio mi rimanda con il pensiero a quel magico paesaggio toscano che si apre all’improvviso dopo una strada tortuosa e accidentata, nascosto dai boschi della macchia mediterranea.

Lì i vigneti di Sangiovese e Merlot, a seconda degli andamenti stagionali, come ci spiegava nei dettagli Sergio Di Loreto, responsabile alta gamma del gruppo Frescobaldi,  danno luce, è proprio il caso di dirlo, ad uno dei fiori all’occhiello dell’eccellenza vinicola toscana. Michele Drusian, direttore vendite & marketing di Luce della Vite, ci interrogava e completava i nostri commenti degustativi  sulle diverse annate a noi proposte: il 2013 ancora giovane e scalpitante, il 2006, annata strepitosa, opulento e un po’ muscoloso per i miei gusti, il 2001 perfettamente elegante, di grande concentrazione e avvolgente come piace a me.

Il Brunello Luce 2011, sangiovese in purezza, è stato servito dopo,con i formaggi di Luigi Guffanti e i dolci della petite patiserie, serviti su una mattonella di ardesia nera che fa tanto chic e si sposava benissimo, tanto era beverino e di grande freschezza.

Durante la serata Andrea Alciati e Monica Magnini del Ristorante da Guido hanno ricevuto  l’insigne onorificenza di “Ambasciatori di Luce” per la loro costante ricerca, impegno e passione che si riflette nella loro eccezionale carta dei vini ed io che ero arrivata puntuale con il mio taccuino spiegazzato nella pochette ho capito che il vino è davvero una bella good vibe e che gli appunti si prendono anche sulla carta del menu.